Pochi giorni fa, durante la pausa pranzo di uno degli ultimi giorni di lavoro prima della pausa estiva, e sotto i raggi infuocati della canicola agostana, sono rimasto incuriosito dall’insegna di un fast-food su cui campeggiava la scritta “KFC“, cosi’ mi sono fermato ad un un tavolo ed ho ordinato due hamburger più le patatine.
Ammetto di non amare troppo il genere e di preferire cibi più nutrienti, anche perchè mangiare mi piace molto e quando ho tempo cerco di concedermi pasti più completi e sostanziosi.
Tuttavia stavolta ho deciso di fare una variante.
E mentre madido di sudore divoravo avidamente il panino, più guardavo quell’insegna più mi rendevo conto che seppure fosse certamente la prima volta che mangiassi in un fast-food KFC, qualcosa mi suonasse comunque familiare.
Frenando l’inevitabile attacco di curiosite che mi stava invadendo, per il superiore interesse di non infliggere al mio smartphone l’offesa dell’unzione da mano fritta dopo le molteplici abrasioni e rigature infertigli, ho differito la curiosità alla sera, ed ho avuto conferma che la familiarità di quel simpatico logo avesse ben donde di essersi manifestata.
Più precisamente, avevo letto la storia del fondatore di quella catena di fast-food un pò di tempo fa, su uno dei più importanti blog di crescita personale, di cui sono da anni lettore e cliente.
L’uomo raffigurato nell’insegna è il colonnello Harland Sanders, morto ormai da 40 anni, anche se la catena di fast-food che fondò nel 1952, porta ancora come logo la sua faccia stilizzata: è la Kentucky Fried Chicken.
Cosa c’è di interessante nella storia della KFC e del suo fondatore?
Il colonnello Sanders (insignito del titolo di “colonnello” dalle autorità dello Stato del Kentucky) prima di acclamarsi grande imprenditore e quando aveva già più di 60 anni, era finito in bancarotta. Fu allora che decise di provare a mettere a frutto una precedente esperienza nel campo della ristorazione, cominciando a girare come una trottola per tutti gli Stati Uniti con lo scopo di vendere la sua ricetta del pollo fritto ai ristoratori americani.
Il colonnello Sanders, prima di ottenere il suo primo accordo commerciale…ricevette 1,000 NO!
Mille porte sbattutegli in faccia.
E se si fosse arreso prima? Se avesse mollato dopo poche porte? Io non avrei mangiato quel panino, e la KFC non esisterebbe e certo non sarebbe oggi un franchising con 18.000 negozi!
Trovo eccezionale questa storia, che è accomunabile a quella di altri grandi personaggi, come Thomas Edison o Soichiro Honda, persone che non si arresero e la ebbero vinta, e grazie a cui è migliorata la vita di tutti noi.
Quante volte, invece, molliamo troppo presto, lasciandoci abbattere dal primo rifiuto? Quante volte non proviamo nemmeno per paura di prendere una porta in faccia?
Non si può mollare al 1° ristorante, per migliorare la prima vita bisogna imparare a sopportare il rifiuto ed a viverlo in un altro modo: non un’offesa o un rifiuto alla propria persona, ma un passo più avanti verso la meta da conquistare.