Nei miei articoli non ho mai parlato di calcio, stavolta voglio fare un’eccezione perché alcuni giorni fa, in una gara della più importante competizione europea, il goal del pareggio del team di casa è stato realizzato all’ultimo secondo dei minuti di recupero..dal portiere!
Stavo guardando la partita in televisione, e l’enfasi del telecronista che commentava la partita era pari alle scene di tripudio e giubilo che si potevano osservare sugli spalti.
Questo episodio mi ha colpito, perché ha fatto tornare a galla, nella superficie della mia memoria, un ricordo vecchio di almeno trenta anni.
Era una Domenica pomeriggio ed io ero ancora uno studente di liceo, quel pomeriggio ero in un luogo che poi altro non era che un sottoscala di un garage, dove solitamente mi radunavo con i miei compagni di scuola per chiacchierare o ascoltare le partite alla radio.
Erano altri tempi rispetto ad oggi, il mercato non aveva ancora invaso i palinsesti televisivi con le varie tv a pagamento, e per dei ragazzi interessati a seguire la partita della loro squadra del cuore, l’unico tramite era lo stadio, oppure le voci palpitanti degli speaker radiofonici che talvolta erano così coinvolgenti da dare l’impressione di trovarsi sul campo di gioco.
In quella Domenica pomeriggio di trenta anni fa, accadde un fatto particolare: nella nostra comitiva di amici, c’era una coppia che aveva un rapporto un po’ turbolento.
Il ragazzo, che era un adolescente ex mio compagno di classe che si era poi trasferito in un liceo privato, aveva un carattere iroso e fumantino, e spesso sbottava con degli scoppi d’ira nei confronti della fidanzatina, che aveva un paio d’anni meno di noi.
Quel pomeriggio stava davvero esagerando: per futili questioni, che potevano essere alla base di un normale litigio tra due ragazzini di 18 e 16 anni, il mio amico aveva raccolto un bastone da terra e lo stava minacciosamente brandendo in direzione della ragazzina.
Noi altri ci eravamo tutti allarmati, alzandoci repentinamente dagli scalini su cui eravamo seduti, forse nessuno credeva che lui potesse fare un gesto simile perché al di là di certi scatti d’impeto era un ragazzo perbene, però stava effettivamente mimando il gesto di colpirla, ed in mano aveva un pesante bastone, non un fuscello di paglia.
L’analogia con questo antico ricordo è riaffiorata, perché a disarmare la rabbia del nostro amico non fu nessuno di noi, ma la voce di un radiocronista, che dalla radio che gracchiava amplificata dal rimbombo del luogo chiuso, annunciava trionfalisticamente il goal di un portiere all’ultimo secondo della partita!
I portieri segnano sempre all’ultimo secondo, perché la squadra che deve rimontare non ha più niente da perdere, e può permettersi di lasciare la porta sguarnita e subire l’infilata in contropiede.
Ricordo ancora il nome di quel portiere, si chiamava Michelangelo Rampulla.
Il nostro amico, all’udire la notizia, rimase come imbambolato, l’ira si dissolse e sbollì nello stupore, mentre il bastone sembrò sbriciolarsi in una polvere di stelle colorate.
Quell’evento eccezionale segnò uno switch integrale nella mente del ragazzo, come se avesse cambiato stanza mentale, con grande sollievo della ragazza.
Quale piò essere una morale di questa storia, il cui protagonista era un ragazzino ma che può benissimo adattarsi all’uomo di oggi?
La morale è che troppo spesso, sentiamo di avere bisogno che avvenga qualcosa di eccezionale per cambiare stato d’animo, senza apprezzare ciò che già abbiamo.
Il mio giovane amico, quel pomeriggio, in fondo aveva diversi motivi per essere allegro: un pomeriggio di libertà, un gruppo di amici, una ragazza che gli voleva bene.
Oltre alla meraviglia irripetibile dei suoi 18 anni.
Tutto ciò non poteva essere sufficiente, di per sé, a percepire quel senso di allegria e stupore, prima ancora che arrivasse il goal del portiere?
Nel mondo frenetico ed ipertecnologico di oggi, dove tutte le informazioni e l’appagamento degli stimoli sono a portata di un click, sembra che ci siamo assuefatti a tutto, e che nulla ci sorprenda più.
Abbiamo bisogno che ci sorprenda un’eclissi solare, ma non sappiamo più apprezzare il miracolo del sole che sorge ogni mattina.
Anche un pallone che rotola, in un campetto dove giocano i bambini tra il profumo fresco dell’erba, è un piccolo miracolo, e non serve aspettare per forza il goal del portiere.