Dopo avere tessuto gli elogi della superstizione e dell’attesa, sto scrivendo un
articolo diverso.
Non è un vero e proprio articolo, ma è soprattutto l’enunciato, la dichiarazione di una decisione che ho preso: SCRIVERE UN LIBRO.
Ed infatti ho trascorso (quasi) tutti i miei giorni di vacanza, che volgono tristemente al termine, immerso nella scrittura.
Se ho deciso, perchè ho messo questo titolo, al mio strano articolo, con il punto interrogativo alla fine?
Io so bene che quando si prende davvero una decisione, il fatto stesso di prenderla spazza via ogni dubbio.
Questo è insito nella radice etimologica del termine, che viene da de (da) e caedere (tagliare).
Letteralmente, decidere significa tagliarsi fuori da ogni altra possibilità.
Chi decide veramente di smettere di fumare, tanto per fare un esempio, non toccherà mai più una sigaretta in tutta la sua vita.
Ecco, io ho deciso.
Ho deciso che scriverò e pubblicherò un mio libro.
Questo accadrà.
Non sono ancora riuscito a definire un termine, un obiettivo temporale, che pure serve.
Lo pubblicherò.
Va bene, ma quando?
E’ da vedere.
Intanto mi accontento di avere deciso, e di avere deciso conseguentemente di sacrificare un’estate di divertimenti a questo obiettivo che ha qualcosa di sacro, per me, perché simbolicamente significa lasciare qualcosa di me stesso nel mondo.
Era da tanto che avevo in testa di scrivere un libro.
Come per molto tempo avevo portato in me il desiderio di crearmi un blog.
E prima o poi, è accaduto.
Adesso devo finire il libro.
La verità è che pensavo fosse molto, ma molto più semplice.
Nella mia testa, immaginavo di trascorrere 20 giorni immerso massivamente nella scrittura, e di sfornare le mie memorie.
Non è così.
Più vado avanti in questo esercizio di scrittura che è ben diverso da quello di scrivere un articolo per il blog, più mi rendo conto che questo esercizio richiede tanta centratura e disciplina.
A volte le idee mi si bloccano, e devo andare a ritroso nella mia mente per ritrovare il filo d’Arianna dei pensieri, altre volte invece i pensieri sguizzano veloci come pesciolini in uno stagno d’acqua limpida.
Questo esercizio comunque mi sta piacendo, e mi sta facendo bene all’anima.
Riesco ad immergermi così vividamente in quello che scrivo, che il più delle volte di notte mi appare in sogno qualche immagine di quel tempo vissuto e richiamato alla memoria.
Sto scrivendo un romanzo sul cambiamento e sulla rinascita interiore, i cui fatti salienti risalgono ad oltre 20 anni fa.
All’inizio pensavo di scrivere un manuale o un saggio, ma poi ho pensato che solo nella forma letteraria del romanzo avrei potuto mettere tutto il coinvolgimento e la passione che sento.
Il protagonista sono io, poi ci sono altri personaggi importanti, eventi, ed intuizioni luminose.
Adesso vorrei tanto che il libro fosse già bello e fatto, tra poco ricomincerò a lavorare ed il tempo si ridurrà ai soli fine settimana, ma chissà, forse quando l’avrò finito, proverò nostalgia del momento in cui ho scritto le prime righe, su un piccolo balcone da cui vedevo le prime luci del tramonto sul mare.