Alcuni mesi fa, scartabellando in vecchi appunti scritti durante un corso di formazione, mi sono imbattuto in alcuni relativi ad un esercizio in cui avevo dovuto associare degli aggettivi al concetto di “tempo”.
In questo confronto con il mio “io” passato è emersa una relazione con il tempo a dir poco conflittuale: beffardo, dispotico, spietato sono solo alcune delle parole con cui apostrofo quello che per me era e tuttora è un grande impostore.
Già, perché con il passare degli anni ed il raggiungimento di un maggior grado di saggezza, non posso certo dire che il mio rapporto con il tempo sia migliorato, e che non sia costantemente accompagnato dalla percezione di averne troppo poco e di perderne di più, come se i suoi granelli fossero troppo pesanti per una clessidra dalle pareti di vetro soffiato.
Posso onestamente dire che a pesarmi sia la consapevolezza che la vita sia troppo breve rispetto a tutto ciò che vorrei conoscere, esplorare, realizzare.
Uno scrittore inglese, il cui nome è Tim Urban, ha rappresentato graficamente, nel cosiddetto calendario dei 90 anni, la vita di un essere umano che ha la fortuna di arrivare a tale età, dove ogni pallino rappresenta un mese di vita.
Davvero un’iniezione di entusiasmo per chi sente il tempo come lo vivo io!
Ma tant’è: un migliaio di pallini (sempre se si ha la fortuna di arrivare a 90 anni), che in un semplice schemino rilevano crudamente la brevità della nostra esistenza.
Un’esistenza breve ad ogni età.
Quando siamo bambini piccoli ed innocenti, non avremo che le prime due file di pallini per vivere la magia del Natale con gli occhi stupiti di chi crede a babbo Natale che porta i doni, e la stessa quantità di pallini avranno i genitori che questa magia la vivranno di riflesso.
Quando arriveremo ad essere adolescenti e poi alla maturità anagrafica dei 18, avremo solo una fila di pallini per compiere delle scelte che forse influenzeranno per sempre la nostra intera esistenza.
Dovremo vivere l’età più libera e spensierata, quella che generalmente va dalla fine degli studi dell’obbligo ai 30, in 3 file di pallini ed in queste 3 file dovremo concentrare le nostre estati più spensierate ed allegre.
Se a 30 o a 35 anni diventeremo genitori, avremo soltanto una fila di pallini per gettare semi importanti nella crescita di un figlio, che in un certo senso influenzeranno anche la sua vita da adulto, e se sbaglieremo qualcosa in quel delicato momento non ci sarà tempo per riparare.
Quando arriveremo ai 40 ed ai 45, a nostra volta, da figli, sapremo che per goderci ancora i nostri genitori avremo forse 5, forse 6..file di pallini. Ed a volte, il tempo ne concede spietatamente meno, e senza preavviso.
E allora?
E allora questo articolo non vuole essere propedeutico ad una dissertazione sulle tante tecniche di gestione del tempo, alcune indubbiamente valide e che io stesso utilizzo ormai da anni.
Senza dubbio, potrà essere l’argomento di un nuovo articolo che scriverò a breve.
Con questo breve scritto, e con il disarmante schemino dei 90 anni di vita umana in pallini di un mese, ho voluto semplicemente sollecitare una riflessione, sul tema della brevità della vita, su cui l’uomo si interroga sin dai tempi di Confucio e di Seneca.
Ed è proprio con una illuminante frase del filosofo cinese, vissuto 500 anni prima di Cristo che voglio concludere la mia riflessione:
“Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne soltanto una”.