I principi di leadership sono spesso ostacolati da paradigmi sociali più o meno accettati, ma non necessariamente corretti.
Uno di questi è il determinismo genetico: le nostre azioni ed emozioni dipendono fondamentalmente dal DNA e dal temperamento.
Il determinismo psichico sostiene invece che la struttura del carattere dipenda da come si è stati allevati da piccoli.
Poi c’è il determinismo ambientale: qualcuno o qualcosa, nel contesto ambientale, è la causa delle proprie reazioni.
Tutti e tre i paradigmi originano fondamentalmente dalla teoria stimolo-risposta spesso associata agli esperimenti di Pavlov con i cani.
L’esercizio della leadership ribalta questa visione precostituita e non fedele rispetto alla vera natura dell’uomo.
Il I° PRINCIPIO DI LEADERSHIP PERSONALE è infatti la PROATTIVITA’.
TRA STIMOLO e RISPOSTA, c’è un elemento mediano che fa la differenza e che è un tratto squisitamente umano: LA LIBERTA’ DI SCELTA.
Un leader ragiona in questi termini:
NON E’ VERO CHE, SICCOME I MIEI GENITORI MI HANNO TRATTATO IN UN CERTO MODO, ALLORA IO SONO COSI’!
NON E’ VERO CHE, SICCOME IL NOSTRO CAPO/PARTNER CI FA ARRABBIARE, ALLORA IO REAGISCO COSI’!
SONO IO CHE MI COMPORTO COSI’! SONO IO CHE REAGISCO COSI’!
Proattività significa esercitare la nostra libertà di scelta, riconoscere che il nostro comportamento è in larga misura una determinante delle nostre decisioni, e non dei condizionamenti o delle condizioni in cui si vive.
Il modello A-B-C elaborato da Albert Ellis e dalla psicologia cognitiva descrive egregiamente questo concetto: Le “C” ovvero le conseguenze emotive e comportamentali scaturite da “A“, lo stimolo esterno od evento attivante, dipendono da “A” ma sono largamente mediate e filtrate dalle “B” ossia dalle credenze dell’individuo, da come egli interpreta gli avvenimenti.
E ciò è talmente vero, da risultare tale anche in storie drammatiche, come quella di Victor Frankl, capace di uscire vivo dai campi di sterminio della Germania nazista dopo essere stato testimone di atrocità inenarrabili. Ci riusci’ grazie alla sua capacità, come egli stesso disse, di rendersi conto di possedere l'”ultima delle libertà umane“, quella che i suoi aguzzini non avrebbero potuto togliergli: la facoltà umana dell’autocoscienza tramite cui poteva fare uso della sua libertà di scelta tra ciò che gli succedeva, e la sua reazione. Ci riusci’ grazie, anche, all’utilizzo delle facoltà immaginative come quando immaginava fervidamente se stesso, finalmente libero dal campo di sterminio, mentre nell’aula scolastica avrebbe insegnato ai suoi allievi proprio la lezione che stava imparando durante questo periodo di atrocità. Autoconsapevolezza ed immaginazione gli resero salva la vita.
IL II° PRINCIPIO DI LEADERSHIP E’ LA CAPACITA’ DI COMINCIARE PENSANDO ALLA FINE.
Se la proattività si basa sulla dote tipicamente umana dell’autoconsapevolezza, le altre doti che permettono di espandere la proattività e di esercitare la leadership personale nella nostra vita sono l’immaginazione e la coscienza.
In questo blog ho già parlato diverse volte dell’importanza dell’immaginazione.
Cominciare pensando alla fine si basa sul principio che tutte le cose sono create due volte: in tutte le cose c’è una prima creazione, mentale, ed una seconda creazione, fisica.
Ciò avviene ad esempio quando si costruisce una casa, che viene portata a termine in ogni particolare prima ancora che venga piantato il primo chiodo.
Se nella nostra vita non sviluppiamo la nostra consapevolezza e non diventiamo responsabili delle prime creazioni, permettiamo ad altre persone ed alle circostanze esterne di controllarne gran parte, e di condizionarci con i loro copioni.
Questi copioni provengono da persone, non da principi: hanno origine dalle nostre debolezze più intime, dalla nostra profonda dipendenza dagli altri e dai nostri bisogni di sentirci accettati ed amati.
Cominciare pensando alla fine significa RISCRIVERE IL COPIONE e DIVENTARE IL PRIMO CREATORE DI SE STESSI.
Covey condensa il principio di cominciare pensando alla fine, nella suggestiva immagine del proprio funerale, che rappresenta appunto la nostra fine, almeno in questo mondo! Cosa vorremmo si dicesse di noi stessi durante l’orazione funebre? Per cosa vorremmo essere ricordati? Solitamente, in questi momenti, le persone non vengono ricordate per i risultati che hanno raggiunto, ma per le qualità che hanno mostrato, e per i contributi che sono riuscite ad offrire.
Tutto questo porta all’elaborazione di una PROPRIA MISSIONE O “FILOSOFIA“, CHE ANDRANNO ESPRESSI IN UNA DICHIARAZIONE DI MISSIONE PERSONALE: CHI VOGLIO ESSERE? COSA VOGLIO FARE? QUALI SONO I MIEI VALORI SUI QUALI SI FONDANO QUESTO ESSERE E QUESTO FARE?
Il III° PRINCIPIO è DARE PRECEDENZA ALLE PRIORITA’
Il I° principio di leadership afferma “Noi siamo i creatori. Noi siamo i responsabili”.
Il II° partorisce la prima creazione, quella mentale: tramite l’immaginazione e la coscienza, mira a sviluppare una visione della persona che vorremmo diventare.
Il III° principio è la CREAZIONE FISICA. E’ l’esercizio della volontà finalizzato alla focalizzazione sui principi.
Di solito non è lo sforzo spettacolare e sovrumano a portare ad un successo duraturo; il potere personale si acquisisce usando la grande facoltà di prendere le decisioni giuste ogni giorno.
La migliore creazione fisica avviene dando PRECEDENZA ALLE PRIORITA‘: La leadership decide quali sono queste priorità, mentre la gestione assegna loro la precedenza.
Un leader si ostina a fare le cose che sa di dover fare, anche quando non è particolarmente entusiasta, perchè quello che fa la differenza è la forza della sua determinazione.
Nella matrice di tempo dove i fattori che definiscono un’attività sono urgenza ed importanza, il cuore dell’efficacia gestione personale è data dal QUADRANTE II: COSE NON URGENTI, MA IMPORTANTI! Tra queste, ad esempio, la pianificazione di attività sul lungo termine, che sappiamo di dover fare, ma che rimandiamo perchè non sono urgenti.