In questo articolo, voglio parlare di un tema complesso: il rapporto tra il bene ed il male, tra divino e demoniaco, e per farlo ripercorrerò il sentiero di alcuni miti della tradizione letteraria e musicale.
Pur essendo cristiano, e considerando Gesù il più grande maestro mai apparso sulla Terra, cercherò di andare oltre ciò che comunemente affiora dalla più classica iconografia.
Il termine ‘’diavolo’’ deriva dal greco ‘’διαβάλλω’’ (composto di dia, attraverso e ballo, metto): letteralmente è ciò che si mette in mezzo, che ostacola, che divide anziché unire.
Il suo significato primigenio ha dunque a che fare con l’inganno, con la separazione e l’allontanamento tra gli uomini.
Il cristianesimo ne ha cristallizzato il significato come entità avversa a Dio, che manipola ed abbaglia, separando anche da lui le sue creature.
Considerandolo in una funzione simbolica più laica, il diavolo mantiene il suo ruolo di forza superiore (o interna) che ostacola e separa, ma nello stesso tempo il suo potere di crescita e liberazione è un tema comune nella letteratura, in particolare in quella gotica e del romanticismo.
Nella suprema opera ‘’Faust’’ di J.W. Goethe, il protagonista è un eminente filosofo ed alchimista, annoiato e deluso dalla vita, che si rende conto che la conoscenza accademica non gli è sufficiente a soddisfare la sua sete di conoscenza.
Decide di vendere la sua anima a Mefistofele, in cambio di un periodo di felicità e di esperienze intense: egli lo servirà con i suoi poteri magici, ma se riuscirà a mostrare un momento di felicità così intenso tale da fargli desiderare di fermarsi lì per sempre (facendogli esclamare: ‘’Attimo, sei così bello: Fermati’’), prenderà la sua anima per l’eternità.
Grazie al patto col diavolo, il protagonista gode di una nuova esistenza, in cui trova la forza di superare i limiti del sapere accademico, e di sperimentare i piaceri della seduzione, del potere, della ricchezza e della gloria terrena, causando però anche diverse tragedie.
Il legame di Faust con il diabolico può essere intesa soltanto in chiave negativa?
In un certo senso, no.
Mefistofele rappresenta infatti un potente catalizzatore per la sua sete di ricerca e conoscenza. Senza il suo intervento, Faust non avrebbe mai scoperto l’estasi dell’amore, né avrebbe mai compreso la natura effimera della vita umana, né si sarebbe spinto oltre gli sterili confini del sapere accademico.
Grazie al contatto con questa entità, il protagonista riesce ad andare oltre le limitazioni imposte dalla cultura, dalla morale dominante, dalla religione tradizionale che viene invitato a rivalutare in modo critico.
Il contatto con la natura diabolica della ribellione e della trasgressione, gli permette quindi di ampliare la conoscenza di sé ed i confini della Verità.
Nel sublime romanzo di M. Bulgakov, ”Il Maestro e Margherita’’, che ho letto in una fase più matura della mia vita, la materializzazione di Woland (Satana) a Mosca trasforma tutto in un delirio: decapitazioni, gatti grossi come maiali che si lisciano i baffi e comprano biglietti in tram, spettacoli di magia nera.
E’ la violenza pura e non istituzionalizzata, il male sconfinato e irreparabile.
Tuttavia Woland, pur presentandosi in una forma spietatamente caotica, rappresenta anche una sorta di ‘’angelo della giustizia’’, dotato di una statura morale superiore, capace di smascherare la corruzione e l’ipocrisia che si annidavano nella società sovietica del tempo.
E’ grazie al suo intervento che il Maestro ritroverà la pace interiore, dopo essere stato respinto dalla società e dal suo stesso lavoro di scrittore, per essersi schierato contro la Chiesa, e che Margherita potrà dichiarargli il suo amore eterno, dopo aver scoperto la sua natura di strega, in un immaginifico viaggio sulla scopa sotto il chiaro di luna.
Nel romanzo, la presenza del diavolo serve a dare voce a coloro che altrimenti sarebbero stati messi a tacere.
In ‘’Sympathy for the devil” (apparsa in un non banale 1968) la mitica band dei Rolling Stones canta:
‘’Così come ogni poliziotto è un criminale
Ogni peccatore santo
Ogni testa coda
Semplicemente chiamami Lucifero
….
Se mi incontri cerca di avere un minimo di gentilezza
Sii simpatico e a modo
Usa tutta la tua gentilezza
O ti ruberò l’anima e la getterò via’’
Insomma, alcuni simbolismi della letteratura e della cultura in genere, rivendicano che nell’eterno conflitto tra bene e male, si manifesta spesso un’estrema labilità tra i confini dei due poli, come se ciascuno di noi vivesse in una doppia anima, dove punti di luce e di buio si impastano insieme, in un incessante dualismo, in cui c’è del male nel bene e del bene nel male.
Tutto sommato, nessuno è privo di peccato e nessun uomo non ha mai fatto nulla di buono nella vita.
Forse allora, il dualismo tra bene e male, e la loro contrapposizione come categorie nette ed assolute va superato, perché il male è un dato di fatto; questo, purtroppo, possiamo constatarlo ogni singolo giorno della nostra vita.
Il Faust alla fine, perderà il patto con il diavolo, che cercherà di trascinarlo all’inferno, ma verrà salvato dalla grazia divina per la sua incessante sete di conoscenza: per arrivare alla meta suprema, che è quella di far trionfare il perdono e la compassione, occorre riconoscere le ombre, a volte rimestarci dentro, senza condannarle ma, come dice Mick Jagger, riconoscendole e trattandole con gentilezza.
In questo senso, in un cammino di evoluzione individuale della coscienza, per arrivare alla luce di una comprensione più elevata può servire aver conosciuto quegli aspetti della vita che hanno a che fare con il buio ed il dolore: in fondo, anche Virgilio, prima di portare Dante in Paradiso, gli fece conoscere l’Inferno.