Devo essere sincero con me stesso: se il 2020 non si fosse aperto con questa tremenda pandemia, molto probabilmente questo blog non avrebbe visto la luce, perlomeno adesso.
Come sono solito fare ad ogni inizio anno, avevo elencato su un’agenda i miei obiettivi più importanti per l’anno in corso, e questi hanno a che fare con la mia attività professionale come team manager di Sara Assicurazioni in cui sono fortemente motivato ad ottenere un risultato.
Ho naturalmente anche degli obiettivi di sviluppo personale, ma il blog non era tra quelli più immediati, perché pur pensandoci seriamente da più di 2 anni, costruirlo per bene richiede impegno e tempo che la mia attività professionale e le altre occupazioni della vita quotidiana non concedono di avere.
E, quando io faccio una cosa, di solito voglio farla bene!
La pandemia invece ha messo me e buona parte dell’umanità nell’inusitata condizione di avere a disposizione una quantità industriale di tempo, non tanto durante i giorni feriali dove la riconversione delle attività produttive secondo i canoni del lavoro da casa ha sostanzialmente lasciato invariate le cose, fatto salvo il tempo risparmiato per gli spostamenti.
La rivoluzione è stata nella dimensione del tempo libero dei fine settimana, quando tutti vivevamo la surreale situazione di non poter uscire di casa, e di dovere sottoscrivere un’autocertificazione per farlo.
I primissimi giorni ho incontrato delle resistenze psicologiche, l’idea di non potere uscire di casa mi faceva avvertire un senso di castrazione emotiva; alla diversa situazione lavorativa, fatta di webinar e riunioni virtuali sia pure a malincuore mi sono adattato subito, ma il 1° week-end di quarantena l’ho sostanzialmente trascorso bighellonando per casa.
Seneca, nelle “Lettere a Lucilio” scriveva che l’irrequietezza è propria di uno spirito malato, e che il primo indizio di un animo equilibrato è il sapere restar fermo e raccolto in se stesso.
Evidentemente, il mio spirito è ancora sano perché trascorso quel 1° triste weekend, ho incominciato ad intravedere nelle pieghe della dolorosa ed allarmante situazione che stavamo vivendo, uno spiraglio di luce, un’occasione di rinnovamento personale.
Mi era data l’opportunità di disporre di un tempo libero enorme, tanti fine settimana di seguito, cosa potevo fare per sfruttarla al meglio?
Consultai il calendario: secondo le notizie che riempivano i notiziari di ogni giorno, mi si prospettavano almeno 7 se non più week-end di isolamento domiciliare. Se avessi impiegato ogni singolo giorno del fine settimana per almeno 8 ore al giorno, avrei messo assieme un capitale di più di 100 ore!
Ed allora mi sono detto: o adesso o mai più!
Perché la parte più difficile è quella della costruzione del blog, anche alla luce delle scarse capacità tecniche che avevo.
Mantenerlo, una volta allestito, richiede molto meno tempo: tendenzialmente, mi sono posto un obiettivo di 2 articoli al mese, con contenuti compresi entro i 500 caratteri.
In questo articolo non voglio parlare degli effetti sanitari ed economici della pandemia: quello che è accaduto, purtroppo, in termini di vite umane è sotto gli occhi di tutti, abbiamo sentito tantissime storie in televisione alcune delle quali mi hanno profondamente colpito. Anche gli effetti economici sono stati e saranno pesanti, ed il timore è che quelli più virulenti dovremo ancora scontarli.
Dal punto di vista individuale invece, questo doloroso evento è stata una potenziale occasione di crescita personale, di riflessioni sul senso della vita e di un possibile mutamento di prospettiva, di valori e di credenze.