La ragazza raffigurata qui sotto si chiama Maria Magdalena Andrejczyk, di professione campionessa olimpionica.
Ho conosciuto la sua storia attraverso il sito web Efficacemente di Andrea Giuliodori, uno dei portali leader di crescita personale e di cui da oltre cinque anni sono un appassionato lettore.
La storia racconta che pochi giorni dopo aver conquistato la medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Tokyo del 2021 nel lancio del giavellotto, Maria Magdalena viene a conoscenza di una vicenda che tocca profondamente il suo cuore.
Un bambino polacco come lei e con pochi mesi di vita, Miłoszek Małysa, lotta per la vita a causa di una grave malformazione cardiaca e ha bisogno di una costosa operazione negli Stati Uniti per poter sopravvivere.
Maria Magdalena non ci pensa due volte: decide di mettere all’asta il simbolo del suo straordinario successo olimpico, con l’obiettivo di raccogliere i fondi necessari per salvare il piccolo Miło.
Grazie alla sua incredibile generosità, riesce a raccogliere la cifra di 125.000,00 $.
Questo gesto, già di per sé straordinario, acquista un significato ancora più profondo alla luce delle difficoltà che Maria aveva dovuto affrontare durante gli ultimi quattro anni.
Alle Olimpiadi di Rio del 2016, aveva mancato il podio per soli 2 centimetri.
Nel 2017, un grave infortunio alla spalla sembrava destinato a porre fine alla sua carriera sportiva.
Nonostante ciò, aveva perseverato e, proprio quando la spalla sembrava guarita, nel 2018 le era stato diagnosticato un cancro alle ossa.
Con una forza e una determinazione al di là del limite umano, Maria aveva sconfitto il cancro e, contro ogni previsione, era tornata in forma vincendo la sua prima medaglia olimpica a Tokyo.
Ed è proprio questa medaglia, così duramente conquistata, che Maria sceglie di donare per salvare un bambino di cui non aveva mai sentito parlare prima.
La storia di questa medaglia prende un’ulteriore svolta emozionante quando la catena di supermercati Żabka, che si era aggiudicata l’asta, decide di donare comunque la somma raccolta per l’operazione di Miło, lasciando che la medaglia rimanga sul petto di Maria.
Questo gesto di Żabka non solo assicura le cure necessarie al piccolo Miło, ma restituisce a Maria il simbolo del suo incredibile viaggio di resilienza e speranza, un riconoscimento tangibile del suo spirito indomabile.
Una storia così toccante aiuta a riflettere meglio sulla differenza tra medaglie e valore, e sugli scopi più autentici della nostra esistenza.
Se la grande catena di distribuzione polacca non avesse fatto a sua volta un gesto di nobile sensibilità, Maria sarebbe rimasta un’atleta orfana di medaglia: ma siamo sicuri che, al cospetto di un qualsiasi altro atleta con il distintivo sul petto, il suo percorso avrebbe avuto meno valore?
Forse dovremmo iniziare a vedere di più, anziché i titoli o i riconoscimenti formali, i percorsi e le storie che ci sono dietro.
Spesso ci attacchiamo molto alle nostre “medaglie” (il successo, i soldi, la carriera ecc.), dimenticando che in fondo queste non sono altro che pezzi di metallo (o di carta).
Sono dei mezzi, e non dei fini, vale a dire sono degli strumenti per ottenere dei fini più alti e nobili, come lo sviluppo del nostro carattere e la generosità di fronte alle sfortune altrui.
E quando ci distacchiamo dalla necessità impellente di metterci per forza al collo una medaglia, o la lasciamo completamente andare (come nel caso di Maria, che l’ha donata in beneficienza), la medaglia tornerà sulla nostra strada, sarà lei a cercare il nostro petto, perché sarà il semplice effetto (e non la causa) dell’edificazione di un carattere.
Purtroppo, dato che la vita non è una favoletta rosa, anche un blog di sviluppo personale non può ignorarne i lati tristi ed oscuri:
Nonostante il gran cuore della campionessa e l’operazione negli Stati Uniti, il piccolo Milo è venuto a mancare nel 2022.
Ma tutto quello che c’è dietro ed oltre quella medaglia, li terrà uniti per l’eternità.