Ho avuto sin da piccolo un rapporto controverso con il compleanno, giorno che casualmente cade oggi: i miei genitori mi hanno sempre rammentato che, in quei lontani tempi di cui non posso avere piena coscienza, quando si approssimava la fatidica data, puntualmente mi ammalavo.
La situazione non è migliorata con il trascorrere degli anni: ho subito un evento personale particolarmente doloroso, poco dopo i 20 anni, e perso la maggior parte delle persone a me vicine, sempre nel mese di Marzo.
Cosi’, quando la girata del calendario stagliato sul muro di casa ne accompagna l’arrivo facendo sibilare il suo lieve fruscio, per me è un incessante andirivieni di gesti apotropaici.
Fondamentalmente poi, sono anche vittima di un complesso astrale: io volevo essere un Acquario!
E non ci sono riuscito per una ventina di giorni scarsi.
Quando ho cominciato ad approfondire l’astrologia psicologica, essere un acquario mi sembrava tutto ciò di cui avessi bisogno: sentir pulsare a pieni polmoni quel senso di libertà ed anticonvenzionalità, quell’attitudine al cambiamento ed all’originalità plasmate dalle energie del pianeta Urano.
Anche la psicologia dei Pesci possiede queste potenzialità, tanto che il mio segno annovera una miriade di artisti, ma il problema è che esse possono essere frenate da eccessi di umoralità e gravosità introspettiva. Tutta colpa di Nettuno!
Il mio modo di approcciarmi alla questione è mutato quando ho cominciato a vedere le influenze del tema natale (date dalla disposizione dei pianeti nel momento della nascita), non come il compimento di un destino immodificabile, ma come un copione da conoscere, e da riscrivere creativamente.
Faccio un esempio: nel mio cielo natale è presente il quadrato tra Sole e Luna, che può indicare una strenua lotta tra istanze opposte, tra ragione e sentimento, consapevolezza ed istinto. E’ un aspetto abbastanza duro, ma spesso proprio perché procura uno stato di insoddisfazione può spingere la persona a darsi da fare per cambiare il suo stato.
In tal senso, l’astrologia psicologica può essere uno strumento ulteriore di esplorazione di sé (per quanto possa sembrarci lontana ed intangibile), mediante cui innescare un processo di “Ri-nascita”, acquisendo consapevolezza di potenziali debolezze impresse nel nostro unico stampo, ed interpretandole come sfide o compiti da perseguire per l’autorealizzazione.
Ampliando in tal modo le mie vedute sono arrivato a pacificarmi con il giorno di oggi.. ma con l’idea di compleanno in sé!
Sono sempre meno attratto dall’idea di festeggiarlo, soprattutto ora che mi comincio a sentire incalzato dall’incedere degli anni!
Un po’ di tempo fa partecipai ad una conferenza tenuta da uno psicologo e formatore molto attento ai temi della spiritualità, il quale raccontava di una statistica secondo cui un buon numero di persone, arrivate ad una fase di vita avanzata, passasse a miglior vita in una data molto vicina a quella del compleanno; come se, prendendo coscienza del fatto che stessero diventando molto vecchie, decidessero in qualche modo che fosse arrivato il momento giusto per lasciarsi andare.
Alla mia età dunque, festeggiare il compleanno può cominciare ad essere pericoloso!
Anche se ciò che vi è di più pericoloso è l’ipocrisia, amplificata poi da questi tempi “social” e da perfetti sconosciuti che inondano i diari virtuali di altri perfetti sconosciuti con stucchevoli e stereotipati messaggi di auguri, incoronati alfine dal ritualistico “Grazie, siete stati tantissimi” da parte del compleannato.
Ed invece perché bisogna ricordarsi di una persona solo quando compie gli anni? Perché non manifestarle interesse e vicinanza in un qualsiasi altro giorno dell’anno?
Dalle favole si può attingere tanta verità e saggezza, ed allora voglio ricordare questo piccolo passo di una delle mie preferite, “Alice nel paese delle meraviglie”, dove la lepre ricorda alla bambina che ogni giorno può essere quello giusto per festeggiare, e quindi per rinnovarsi:
….“Alice proseguì e giunse a una grande tavola preparata per il tè alla quale sedevano la Lepre Marzolina, il Cappellaio Matto e un Ghiro. Alice sedette anche lei e la Lepre le disse: “Tanti auguri per il tuo non-compleanno. Vuoi del tè?”
“Cos’è un non-compleanno?”
“Una festa che puoi festeggiare 364 volte all’anno”….