C’era una volta una pulce che non riusciva più a saltare.
Si sentiva menomata per questo, perchè non riusciva a realizzare la sua vera natura: una pulce infatti è in grado di saltare altissimo rispetto alle proprie dimensioni, più o meno come se un essere umano saltasse un grattacielo!
Cos’era successo?
La pulce quando era appena nata era stata messa dentro un barattolo che era stato chiuso con un tappo, cosi’ la pulce più saltava e più sbatteva: dopo circa un mese, per quanto il suo cervello fosse microscopico esso aveva capito che se saltava sbatteva, ed anche quando veniva tolto il tappo, la pulce non si azzardava più a saltare con forza.
Era stata condizionata ad apprendere che se lo avesse fatto, si sarebbe fatta male.
Un maestro di pulci allora prova a disammaestrarla, confidando sul fatto che se la natura l’ha messa in condizione di raggiungere certe altezze, un motivo deve esserci: gli agita del cibo succulento subito sopra la testa del barattolo, ma la pulce ha ancora paura.
Le piacerebbe tanto mangiare ma preferisce rimanere a pancia vuota e non farsi male.
Il maestro comprende quanto la paura della pulce sia profonda: ormai si è fatta il pensiero che se salta troppo in alto dà una craniata e si fa male, questa è la sua paura ed è su di essa che occorre lavorare.
Potrebbe anche portare lui stesso la pulce più in alto, per farle vedere che è in grado di arrivare li’ dove vuole, ma in fondo potrebbe sempre pensare di esserci riuscita perchè c’è stata portata, e che una volta che riproverà per conto proprio tornerà a sbattere la testa.
Sapientemente allora il maestro delle pulci scalda il fondo del barattolo, che dapprima diventa tiepido, poi discretamente caldo..infine bollente!
Ed a questo punto, magicamente la pulce torna a saltare, e nessuno potrà mai più ammaestrarla.
La natura ha dotato questo insetto privo di ali, della capacità di saltare molto in alto.
Ma se la pulce viene messa appena nata in un barattolo chiuso con un tappo, ed associa i salti con il dolore, anche quando il barattolo verrà aperto non salterà più.
QUANTI TAPPI MENTALI ABBIAMO NOI?
A volte il modo migliore per liberarcene non è pensare a ciò che potremmo ottenere se migliorassimo la nostra vita (il cibo/il piacere), ma mettersi in una condizione tale di urgenza che cambiare (saltare) diventa non più rimandabile.
E’ il momento magico in cui il dolore diventa l’alleato per fare spiccare nuovamente il volo.