Alcuni giorni fa ho letto un articolo scientifico che mi ha rimandato con la memoria ai tempi spensierati del liceo, a quando poco più che sedicenne assieme ai miei fratelli più piccoli, in prima serata seguivo la famosa serie tv “I ragazzi della 3ª C”
In una puntata, c’era il mitico Bruno Sacchi (alias Fabrizio Bracconeri) che acquistava dallo scaltro cartolaio Ciro interpretato da Massimo Giuliani, un walk-man miracoloso che prometteva di imparare alla perfezione, durante il sonno, il programma dell’interrogazione di storia per l’esame di maturità!
Solo che il povero Sacchi, durante l’immersione notturna, era continuamente funestato da incubi incarnati dal volto minaccioso del professore, ed al risveglio non ricordava alcunchè di quanto ascoltato.
Come si sarà capito, l’articolo che ho letto trattava di apprendimento durante il sonno, ossia di ipnopedia; il sogno proibito di chi studia all’università o è impegnato in altri modi ad assimilare nuove informazioni.
Ma è un sogno con dei contorni di realtà, o è un miraggio come nel caso del nostro povero studente?
L’ipnopedia detta anche “sleep learning” venne portata alla ribalta dal romanzo di Aldous Huxley “Il Mondo nuovo”, dove un giovane ragazzo polacco, addormentandosi con la radio lasciata accesa dai genitori e con in onda un programma in lingua inglese, al risveglio si sorprende di ricordarsi a memoria tutto quanto aveva ascoltato.
Venuti a conoscenza di questo fatto, i vertici del suo governo rimangono colpiti dall’efficacia del metodo e decidono di impossessarsene quale mezzo per influenzare le masse,
Intorno al 1940, grazie al romanzo di Huxley, di apprendimento durante il sonno se ne parlava molto e ci si interrogava sulla sua efficacia, ma degli studi di elettroencefalografia compiuti nel 1956 dai ricercatori Simon ed Emmons ridimensionarono il fenomeno, dimostrando chiaramente che le nuove informazioni ascoltate durante il sonno non possono essere processate dal cervello e quindi immagazzinate.
Nell’ultimo decennio c’è però stata una ribalta del fenomeno, grazie ad uno studio svizzero compiuto dalle università di Friburgo e Zurigo nel 2014, ed in cui sono stati messi a confronto due gruppi di madrelingua tedeschi che non conoscevano l’olandese.
Ogni membro del gruppo ha imparato dei vocaboli in olandese, fino alle 10 di sera.
Dopodichè, il primo gruppo a continuato a studiare nuovi vocaboli, mentre il secondo è andato a dormire, ascoltando durante il sonno una registrazione dei vocaboli olandesi studiati durante il giorno.
Dopo qualche ora, il secondo gruppo è stato svegliato ed a notte fonda tutti i partecipanti di ciascun gruppo sono stati sottoposti ad un test di apprendimento, da cui è emerso che gli studenti del gruppo che aveva ascoltato le registrazioni nel sonno aveva totalizzato punteggi nettamente superiori.
Tutto ciò, dopo aver epurato i risultati da fattori confondenti come la maggior stanchezza del gruppo che non era andato a dormire, e la tendenza del nostro cervello a consolidare nel sonno le informazioni apprese durante il giorno.
La sintesi è presto fatta allora: se l’ipnopedia non può essere utilizzata per apprendere nuove nozioni, l’apprendimento notturno può invece funzionare bene per consolidare nozioni già acquisite ed immagazzinarle nella memoria a lungo termine.
Le ricerche hanno dimostrato anche che il momento in cui avviene il consolidamento delle informazioni è quello corrispondente al sonno ortodosso o sonno non-rem, che è anche quello più profondo e che generalmente si sperimenta con maggior intensità nella prima parte della notte, dopo circa un’ora, un’ora e mezza dall’addormentamento.
Per questo motivo, la registrazione (di buona qualità audio ed a basso volume) dovrebbe prevedere l’utilizzo di un software di editing audio che all’inizio abbia circa un’ora di silenzio, a cui poi seguirà la registrazione del materiale che si desidera memorizzare; il telefono dovrebbe inoltre essere in “modalità aereo“, per non essere disturbati da eventuali chiamate notturne e prevenire l’emissione di onde elettromagnetiche.
Secondo quanto detto, uno dei campi privilegiati per le tecniche di ipnopedia è dato dal consolidamento di nozioni afferenti l’apprendimento di una lingua straniera.