C’era una volta un tagliapietre che era triste ed infelice, perchè si sentiva inutile ed insignificante.
Una notte pianse cosi’ tanto che un mago che era di passaggio nel regno e che si stava riposando, udi’ le sue lamentele e gli chiese il motivo di cotanta afflizione.
Il tagliapietre sbottò: “Sono un essere inutile. Faccio un lavoro insignificante, tutti mi deridono perchè spreco tanta fatica senza servire a nulla. Ti prego, mago, tu che puoi tutto: trasformami in qualcos’altro!”.
“Ed in chi vorresti essere trasformato?” chiese curioso il mago.
“Forse..forse chiedo troppo, ma io..ecco..vorrei tanto essere trasformato..in un Re!“.
Il mago esaudi’ il suo desiderio e lo rese felice.
Adesso, finalmente, era un re! E tutti gli altri i suoi sudditi, che dipendevano da lui e dalla sua volontà.
Non avrebbe potuto chiedere di meglio!
Si sforzò di essere un sovrano buono, giusto: fece uscire denari dalle casse reali per rendere il regno più bello e stanziò sussidi anche per le persone più povere.
Ma nonostante i suoi sforzi, diversi sudditi lo giudicavano un opportunista e non lo amavano, lo contestavano e gli disobbedivano.
Un bel giorno dalle stanze del palazzo reale, con il sole che risplendeva dall’alto ed espandeva tutto il suo calore sulla natura che germogliava vita, vide la folla di sudditi che si riversavano nelle strade felici e festosi. C’erano delle vere manifestazioni di giubilo: il sole a differenza sua sembrava avere davvero il potere di mettere d’accordo tutti gli uomini e di renderli felici ed obbedienti.
Si senti’ nuovamente molto triste, chiamò ancora il mago ed il mago accorse in suo aiuto.
“Cosa succede. Adesso sei un re! Non sei più felice?“.
“Mago io ti ringrazio molto, ti sono grato, ma ho capito che il sole è molto più potente di me. Procura consenso e felicità, non conosce discordie. Mago, ti prego: trasformarmi nel sole!“.
Il mago esaudi’ il suo desiderio.
Finalmente lui era il sole, poteva sorgere ogni mattina dando vita tutti i giorni a questa sorta di miracolo, di notte si sarebbe potuto riposare ed avrebbe fatto amicizia con la luna e le stelle. Soprattutto sarebbe stato amato e rispettato da tutti.
Cosi’ andò per molto tempo, ma poi venne un lungo inverno, un inverno terribile che oscurò completamente il sole, per giorni, settimane, mesi. Il sole fu avvolto da una enorme massa nebulosa cosicchè nemmeno un suo raggio potesse liberarsi, il grigiore era totale.
Ma non solo: la pioggia per giorni interi crepitò con violenza, si abbattè furiosamente tranciando via piante ed alberi, aprendo voragini e danneggiando diversi villaggi. I sudditi erano spaventati, quasi tutti si erano raccolti nei loro capanni e scrutavano con senso di timore questa divinità flagellante ed inarrestabile.
“Ora si che ho capito”, pensò il sole spento, “non sono io l’essere più potente della terra..è la pioggia!“.
Chiamò il mago, lo implorò di trasformarlo in pioggia ed il mago ancora una volta si convinse ad esaudire il suo desiderio.
Adesso ne era certo, al di là di ogni dubbio: era lui l’essere più potente del pianeta!
In un delirio di onnipotenza decise di incrudelire ancora di più, tolse colore e vita alla primavera, imperversò con furia cieca distruggendo la natura, ingrossando fiumi e torrenti che esondarono con potenza inaudita spazzando via interi villaggi.
Doveva convincersi di essere ciò che di più potente esistesse, e del regno felice di un tempo, ben poco era rimasto.
C’era però una grossa pietra, con dei riflessi argentei che a volte abbagliavano chi provava a guardarla; “Strano” – pensò – mi sono scatenato con tale furia e non sono riuscito a distruggere quella pietra”.
Decise allora di rimettersi al lavoro, e si scatenò con una tempesta di acqua violenta come mai prima; poi fece cessare la sua furia, scrutò dall’alto, ma la pietra era ancora li’, integra ed uguale a se stessa.
Improvvisamente usci’ un tagliapietre, che cominciò a battere con il suo grande martello.
Sembrava che stesse sprecando tempo, perchè non accadeva nulla, ma dopo tanti colpi la pietra si scheggiò e si spaccò in due.
Non credeva ai suoi occhi. Il mago si riportò vicino a lui.
“Mago, chi è costui?“.
“E’ un tagliapietre” rispose il mago.
Fu cosi’ che egli lo supplicò di essere trasformato nell’essere potentissimo che già era.
Quante volte non ci accontentiamo di ciò che siamo?
Non riconosciamo le nostre capacità, non sfruttiamo i nostri talenti oppure guardiamo con invidia ai successi degli altri immaginando che la loro esistenza sia tutta rose e fiori?
Ed invece anche i re hanno i loro problemi.
Ignorare i propri talenti significa tenere prigioniera la nostra grandezza mentre il malanimo e l’invidia portano a perdere contatto con la realtà e a diventare egoisti ed avidi.
Prendiamo consapevolezza di possedere tutto ciò che ci serve e di avere già in noi stessi la grandezza per ottenere ciò che desideriamo.