Una delle storie di successo secondo me più illuminanti è quella di Soichiro Honda fondatore della società che porta il suo nome.
Tutti noi conosciamo le moto e le automobili che portano il suo nome, ma pochi conoscono la storia straordinaria che c’è dietro.
Quando era poco più che trentenne, Soichiro Honda, figlio di un semplice meccanico, prese tutto quello che possedeva e lo investi’ in un piccolo laboratorio, cominciando ad elaborare una sua idea di anello elastico: il suo scopo era quello di venderlo alla Toyota Corporation.
Lavorava giorno e notte immerso nel grasso fino ai gomiti e dormendo in officina, sempre convinto di poter raggiungere un risultato.
Per restare in affari impegnò perfino i gioielli della moglie.
Ma quando finalmente riuscì a fabbricare i suoi anelli elastici e li offrì alla Toyota, gli dissero che non si adattavano agli standard dell’azienda.
Anziché soffermarsi sul lato spiacevole dell’esperienza Honda decise di continuare a concentrarsi sul suo obiettivo, e grazie alla sua ostinazione, trascorsi altri 2 anni, finalmente la Toyota offri’ ad Honda il contratto che lui sognava. La sua passione e la sua costanza erano state premiate.
A questo punto però dovette affrontare un grande problema.
Il governo giapponese stava accelerando la produzione per la guerra e si rifiutò di fornire a Honda il cemento armato necessario per costruire la fabbrica.
Credete forse che lui abbia rinunciato? Nemmeno per sogno!
Credete che si sia concentrato sull’ingiustizia che aveva subito? Che abbia pensato che questa avrebbe messo fine al suo sogno? Assolutamente no.
Di nuovo egli decise di servirsi dell’esperienza e di sviluppare una strategia alternativa.
Con la sua equipe inventò un nuovo sistema per produrre cemento armato e poi costruì la sua fabbrica.
Durante la guerra però questa venne bombardata due volte e buona parte dei macchinari di produzione andò distrutto.
La reazione di Honda?
Radunò la sua equipe ed insieme raccattarono i bidoni della benzina di riserva che i bombardieri americani avevano gettato via. Honda li chiamava “i doni del presidente Truman”, perché gli fornivano le materie prime di cui aveva bisogno per il processo di fabbricazione (materiali a quel tempo introvabili in Giappone).
Alla fine, dopo avere superato tutte queste difficoltà, un terremoto gli rase al suolo la fabbrica.
Honda decise allora di vendere il brevetto del suo anello elastico alla Toyota.
In fondo aveva raggiunto il suo scopo, ma il suo più grande destino doveva ancora compiersi.
Dopo la guerra il Giappone non aveva più nemmeno una goccia di carburante ed il signor Honda non poteva nemmeno andare in giro a comperare il cibo per la sua famiglia.
Per la disperazione applicò un motorino alla sua vecchia bicicletta.
Subito i vicini cominciarono a chiedergli di fare anche per loro quelle “biciclette a motore“.
L’uno dopo l’altro, li imitarono tutti, tanto che ad un certo punto il signor Honda rimase a corto di motorini.
Allora decise di mettere in piedi un’officina per fabbricare motori per la sua nuova invenzione, ma purtroppo gli mancavano i fondi necessari.
Come già aveva fatto prima, decise di trovare un modo, a qualsiasi costo.
Pensò di rivolgersi ai diciottomila proprietari di negozi di biciclette del Giappone, scrivendo a ciascuno di loro una lettera personale in cui spiegava che potevano contribuire alla rinascita del Giappone attraverso la mobilità che poteva derivare dalla sua invenzione e riusci’ nell’impresa di convincere cinquemila rivenditori ad anticipargli il capitale necessario!
Ma sulle prime non andò benissimo: la sua motocicletta si vendeva solo ai grandi appassionati, perché era troppo grossa e voluminosa. Perciò fece qualche aggiustamento e ottenne una versione ridotta, molto più leggera rispetto al modello originale. La battezzò “Superclub” e fu la prima moto Honda.
Da un giorno all’altro, la moto ottenne un successo incredibile tanto da valergli persino un’onorificenza da parte dell’imperatore.
In seguito, il signor Honda cominciò ad esportare la sua moto ed a venderla ai ragazzini dell’Europa e degli Stati Uniti, per poi arrivare negli anni ‘70 a fabbricare anche le automobili che sono diventate così popolari.
Oggi la Honda Corporation fattura migliaia di miliardi di yen e dà lavoro a più di 200.000 persone.
Honda ha lasciato la presidenza dell’azienda da lui fondata nel 1973, e ci ha lasciati 18 anni dopo.
Quando si è fortemente determinati, con tutto se stessi, a raggiungere un obiettivo, nessun risultato è precluso malgrado le avversità. Anzi una determinazione granitica è in grado di condurci anche oltre il traguardo che avevamo immaginato. Purchè essa sia sostenuta da una massiccia azione, e dalla flessibilità di approccio.
Quando si prendono decisioni e si agisce, sulle prime può sembrare che la cosa non funzioni; per avere successo, bisogna puntare su obiettivi a lunga scadenza. Il successo ed il fallimento non sono esperienze che si fanno da un giorno all’altro: la capacità di prendere ogni giorno le migliori decisioni, di perseverare e di andare fino in fondo, possono creare autentici miracoli.