Approfittando di questi giorni di completo relax, mi è capitato di riprendere in mano un libro che avevo letto più o meno 20 anni fa, e che trattava di lentezza e fretta nella vita e nell’amore.
Ricollegandomi in qualche modo a quanto scritto nel mio penultimo articolo, mi sono soffermato su un capitolo molto interessante, ed anche divertente che catalogava i cosiddetti “maldestri dell’orologio”.
I maldestri dell’orologio sono da considerarsi una sorta di malati veniali del tempo, che soffrono il rapporto con l’orologio e con il tempo in genere e che normalmente non lo vivono troppo bene.
La categoria più diffusa è quella dei ritardatari cronici: secondo l’autore, chi abitualmente arriva in ritardo, ha perso il controllo sul tempo reale. E’ una persona che generalmente non sa dominare gli impulsi, per cui se vede un bel vestito in vetrina, o si allunga più del previsto al telefono con un amico, posticipa qualsiasi appuntamento.
Queste persone non sanno dare importanza al tempo adulto che è anche tempo relazionale, rimanendo invece legate al loro tempo soggettivo, infantile ed edonistico.
Questa tipologia di rapporto con il tempo fa venire in mente il simpatico coniglio bianco incontrato da Alice nel suo Paese delle meraviglie, che sgranando i grandi occhi rosa diceva tra sé e sé: “Povero me, povero me, arriverò troppo tardi!”. Ad un certo punto il coniglio traeva un orologio dal taschino del panciotto, e dopo avergli dato una furtiva occhiata, affrettava il passo ancor di più.
In questo caso il Bianconiglio sembra incarnare la figura dell’adulto di oggi, ossessionato dal tempo, che è giudicato male da Alice che rappresenta invece la nostra parte bambina.
Alice vede nell’orologio un’intrusione estranea ed ostile, dato che il suo tempo interiore dovrà adeguarsi a quello esterno definito dall’adulto.
All’interno della vasta platea dei ritardatari cronici, ci sono delle sottospecie tra cui ad esempio i “ritardatari stabilizzati”, ossia coloro che arrivano sempre in ritardo di 10 o 15 minuti. A volte il motivo del ritardo stabilizzato può coincidere con la troppa gentilezza e l’incapacità di dire un “no”, o con l’incapacità di organizzarsi (tutti motivi che possono comunque riguardare anche i ritardatari cronici), altre volte può essere collegato ad una qualche forma di nevrosi infantile, come quella ipotizzata da taluni psicanalisti sulla precoce abitudine di trattenere i bisogni fino all’ultimo.
All’estremo opposto del ritardatario cronico c’è il preciso ad oltranza. In alcuni ambiti essere molto precisi è una virtù preziosa: un pilota ad esempio non può concedersi alcun pressapochismo. Il problema sorge quando il bisogno di precisione viene estremizzato e la pignoleria diventa uno stile di vita; se due spasimanti hanno un appuntamento ed uno dei due lo cancella o fa una scenata perché l’altro ha tardato tre minuti di orologio, forse c’è qualcosa che non va.
In questi casi, secondo l’autore, il pignolo erotizza il tempo, come se avesse ingoiato l’orologio divenendone a sua volta schiavo.
Da un punto di vista fisico, il preciso ad oltranza tende a soffrire di più disturbi rispetto al ritardatario, proprio perché si fa soffocare da troppi doveri, e convive con il bisogno di controllare il tempo: le manifestazioni più comuni sono le gastriti, le ulcere, ma anche le disfunzioni sessuali. In fondo, l’eros è più imprevedibilità che precisione assoluta, ed un eccesso di vigilanza sui ritmi propri ed altrui e sulle sensazioni corporee rischia di trasformarlo in un esercizio ginnico.
Concluderò l’argomento nel prossimo articolo parlando di altre categorie di maldestri dell’orologio!