Negli anni ’60 alcuni studi molto interessanti sulla comunicazione, sono stati svolti presso la scuola di Palo Alto in California.
La scuola di Palo Alto in realtà è una corrente psicologica statunitense, ispirata dalla terapia della Gestalt e da altri approcci tra cui quello sistemico, ed alcuni tra i suoi più illustri esponenti sono Paul Watzlawick e Gregory Bateson.
Secondo i rappresentanti di questa scuola, la comunicazione si articola su 3 livelli:
1. VERBALE
2. PARAVERBALE
3. NON VERBALE
Il primo piano riguarda il contenuto del messaggio, il linguaggio e la sintassi. In sostanza, cosa viene detto.
Gli altri due piani, invece, riguardano come il “cosa” viene detto: il paraverbale è costituito dal ritmo dell’eloquio, dal tono, dal volume. Il non verbale dal canto suo esprime gesti, posture e tutto l’universo del cosiddetto “linguaggio del corpo“.
La scuola di Palo Alto ha posto in evidenza come, contrariamente alle convinzioni comuni, sia proprio la comunicazione non verbale a costituire la fetta comunicativa che più condiziona l’esperienza di chi riceve il messaggio.
Quando la comunicazione è congruente, ed i tre livelli sono allineati, tutti i livelli sono importanti più o meno allo stesso modo; ma nel caso di incongruenza, ad esempio di un messaggio motivazionale pronunciato con la voce bassa e monocorde ed una postura chiusa, la maggiore incidenza di paraverbale e non verbale emergerebbe chiaramente.
Albert Mehrabian, psicologo statunitense, autore di importanti pubblicazioni sull’importanza degli elementi non verbali della comunicazione, ha elaborato anche delle percentuali, che (tenuto conto di quanto premesso appena sopra) stabiliscono il predominio di tali elementi che peserebbero sul messaggio oggetto della comunicazione per il 55%, mentre linguaggio verbale e paraverbale conterebbero appena il 7% ed il 38%.
La scuola di Palo Alto ha anche enunciato i cosiddetti “assiomi” della comunicazione, che sono esattamente 5 e riguardano l’ impossibilità della non – comunicazione, la presenza in ogni comunicazione di una “meta-comunicazione” che determina i rapporti tra le parti comunicanti, il significato dato al flusso della comunicazione e della relazione dall’uso della punteggiatura, la compresenza dei canali verbali e non verbali e la natura degli scambi comunicativi che possono essere simmetrici o complementari.
Per riprendere e semplificare quanto detto, si possono delineare alcuni importanti principi della comunicazione:
1 .E’ IMPOSSIBILE NON COMUNICARE
2. OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO DI CONTENUTO (“Cosa“) ED UNO DI RELAZIONE (“Come“)
3. L’ESITO DELLA COMUNICAZIONE STA NELLA RISPOSTA CHE SI OTTIENE
Ne consegue che: se anche si volesse non comunicare, ciò è impossibile perchè si comunicherebbe sempre qualcosa (ad esempio tacendo, o guardando qualcuno negli occhi). I messaggi che gli esseri umani si scambiano poi, non possono essere considerati mere trasmissioni di informazioni, perchè oltre al contenuto oggettivo trasmettono anche aspetti che definiscono la relazione dei soggetti coinvolti. Cosi’ in un semplice messaggio come quello di dire “Vieni a tavola” è espresso un contenuto, una certa richiesta, ed una meta-comunicazione che potrebbe consistere, nel caso, in un tono bonario oppure aggressivo. La comunicazione va poi valutata non sulla base delle nostre intenzioni, ma su quelle di ciò che l’altro comprende e di come si sente.