Poco tempo fa mi sono imbattuto in una vecchia frase attribuita ad Abraham Lincoln, che mi ha fatto molto riflettere.
Essa recita:
“Puoi fregare tutte le persone per un po’ di tempo o puoi fregare un po’ di persone per tutto il tempo, ma non potrai mai fregare tutti per tutto il tempo.”
Una massima semplice, eppure potentissima. Poche parole che nascondono un’intera visione del mondo, del potere, delle relazioni umane, e del tempo.
Come ho scritto più volte, l’epoca in cui viviamo è fatta di molta apparenza, un’apparenza che spesso conta più della sostanza.
La narrazione batte la realtà. Si costruiscono personaggi, si vendono illusioni, si ritoccano le vite per renderle più vendibili.
Ma c’è un limite, ed è lo stesso di cui parla la frase di Lincoln: la verità, per quanto ignorata, prima o poi trova il modo di emergere.
La maschera può funzionare per un po’, o su qualcuno, ma non può diventare un volto permanente.
Questo vale nella politica, nella pubblicità, nelle relazioni personali, perfino nel rapporto con sé stessi.
Quante volte si cerca di mantenere una finzione, un’immagine costruita per piacere, per ottenere, per ingannare? Ma il tempo lavora silenziosamente contro l’inganno. È un vento lento e inesorabile che scrosta le superfici, che fa emergere le crepe. Non si tratta di una questione morale: è una legge naturale. Il falso non resiste all’usura del reale.
Lo so bene anche per esperienza diretta. Nei miei momenti più difficili, quando la fragilità mi accompagnava, mi sono rifugiato dietro maschere costruite in fretta. Non erano bugie esplicite, era piuttosto l’imitazione superficiale di modelli che mi sembravano più forti e sicuri. Ma nessuna imitazione può funzionare, quando alla base non c’è l’intenzione, il condividere il modo di pensare del modello che si prende in prestito.
Per questo l’inganno aveva vita breve. Soprattutto ai miei stessi occhi. Mi sentivo inautentico, posticcio. Fregare molti, o tutti se fosse possibile, per tutto il tempo, è prima di tutto una forma di tradimento verso sé stessi.
E verso un valore dallo spessore inestimabile: l’integrità personale.
Ingannare tutti per sempre è impossibile anche perché la coscienza collettiva, alla lunga, reclama verità. Chi finge finisce lentamente col crederci solo a metà, e chi è stato ingannato inizia, piano piano, a vedere. Ed è proprio in quel “piano piano” che sta la forza: la verità non è uno schiaffo, è una goccia che scava.
Pensiamo ai grandi scandali, ai falsi miti, ai leader carismatici rivelatisi vuoti: per un certo tempo hanno incantato masse, abbagliato, costruito castelli di parole. Ma poi, qualcosa si è incrinato.
Perché il tempo è un giudice paziente, ma implacabile. Ed è questa la grande lezione: si può anche vivere di menzogna, ma sarà una vita sotto scacco, sempre in difesa, sempre in fuga dalla realtà.
C’è, in fondo, un conforto profondo in questa riflessione.
La manipolazione è sempre intorno a noi, l’autenticità appare fuori moda.
Ma sapere che l’inganno ha un limite, che non può durare per sempre, restituisce fiducia. Non nella giustizia umana, che spesso è cieca, ma in una giustizia più profonda, che ha il nome della verità.
Perché sì, puoi fregare molti. Ma il tempo no. Il tempo non lo frega nessuno.