Nella località di Waikokoa, sull’isola grande di Hawaii, intorno agli anni ’90 è avvenuta una delle ultime eclissi di sole dell’America del Nord.
Questa è passata agli annali come uno di quegli spettacoli della natura, verificatosi a metà.
Erano presenti migliaia di visitatori: dagli eminenti uomini d’affari alle famiglie in vacanza; dagli scienziati che si trascinavano dietro dozzine di telescopi agli escursionisti che avevano trascorso la notte nelle loro tende, rizzate nei crateri lavici.
Frotte di persone giunte in volo da tutto il mondo, con una spesa di migliaia di dollari.
Alle 6:28 lo spettacolo aveva avuto inizio.
C’era molta trepidazione nell’aria, non solo per vedere l’eclissi ma anche per il timore di una delusione.
In quella mattina così unica, infatti, si stavano ammassando delle nuvole ed il cielo si stava coprendo.
Alle 7:10 le nuvole erano aumentate e si stavano facendo più grandi di minuto in minuto.
Improvvisamente, da uno squarcio in quella massa nuvolosa, si affacciò il sole e per un attimo tutti poterono vedere un’eclissi parziale che la folla salutò con un applauso entusiastico.
Ma ben presto le nuvole si richiusero, ammassandosi sempre più dense, ed oscurando completamente la vista.
Via via che si avvicinava il momento dell’eclissi totale, dell’oscurità completa, apparve evidente che non sarebbe stato possibile ammirare la luna coprire il disco del sole.
D’ improvviso, migliaia di persone si misero a correre in direzione di un grande teleschermo eretto da una delle tante equipe televisive.
E si sedettero li, a guardare l’eclissi sulla rete nazionale, proprio come tutto il resto del mondo!
Poi accadde qualcosa di drammatico. Mentre osservava sul televisore l’ultima scheggia di sole scomparire dietro la luna, la folla fu inghiottita dal buio. Un buio totalmente diverso dal calare della notte, quando il cielo si oscura gradatamente. Questa era invece una tenebra immediata e totale! Inizialmente dalla folla si elevò un boato, ma poi calò un sordo silenzio. Gli uccelli volarono sugli alberi e si zittirono.
Ma pochi istanti dopo essere cominciata, l’eclissi totale fini’: una sottile scheggia di sole scivolò fuori da dietro la luna, riportando immediatamente con sè la piena luce del giorno.
Pochi attimi dopo il ritorno della luce solare, moltissime persone si alzarono e cominciarono ad andarsene. Molte di queste brontolavano ed erano deluse, lamentandosi di avere fatto tutta quella strada per non poter godere di un’esperienza che chissà quando si sarebbe riverificata.
Poche anime estasiate rimasero invece a godersi il fenomeno minuto per minuto, eccitate e felici.
Il colmo dell’ironia fu che, nel giro di 15 o 20 minuti, gli alisei avevano spazzato via tutte le nubi dal cielo, che era diventato azzurro e limpido, e l’eclissi era visibile a chiunque.
Questo racconto- tratto dalla cronaca dell’evento data da A.Robbins nel suo secondo libro-rappresenta ai miei occhi un inno alla gratitudine ed alla possibilità di essere felici.
Un’enorme macchina umana, economica, scientifica si mette in movimento, ripresa dalle tv di tutto il mondo, in fondo per cosa? Per quattro minuti di oscurità!
A pensarci bene, non è un fenomeno più miracoloso del sole che sorge ogni mattina.
Ma chi si sognerebbe di alzarsi all’alba per veder sorgere il sole?
Quale notiziario descriverebbe entusiasticamente ogni fase dell’ascesa del sole nel cielo, cominciando la trasmissione con: “Buongiorno, Ancora una volta il miracolo si è verificato. Il sole è sorto!”.
Il problema è che ci siamo abituati. Siamo cosi’ avvezzi ai miracoli che accadono ogni giorno intorno a noi, che non li vediamo nemmeno più come tali.
La metafora dell’eclissi ci ricorda che per sentirci felici ed eccitati non deve accadere per forza qualcosa di unico ed irripetibile, ma che è possibile sentirsi colmi di gratitudine e felici semplicemente guardando quanto di bello e prezioso abbiamo già.
Spesso, ahimè, ce ne accorgiamo troppo tardi, quando un evento drastico muta la nostra prospettiva; la pandemia del 2020 ad esempio ha fatto capire a molti che anche la routine quotidiana può essere un piccolo miracolo.
Cominciamo o ricominciamo ad accorgerci che il sole sorge ogni mattina.
Questa storiella racconta molto anche sul potere delle credenze, un tema che ricorre spesso in questo blog: l’idea che l’esperienza umana abbia poco a che fare con la realtà e molto a che fare, invece, con il modo in cui le credenze personali traducono quella realtà.
Di fronte a quella esperienza, ci fu chi ruppe la macchina fotografica per la delusione e chi la defini’ la più incredibile esperienza spirituale della propria vita. Essere grati allora si accompagna ad apprezzare ciò che ci viene, che non significa avere aspettative limitate, ma essere impegnati ad essere abbastanza intelligenti e creativi da consentirsi di sperimentare sempre la vera ricchezza della vita.