Pochi giorni fa, rientrando in tarda sera da una trasferta di lavoro in terra abruzzese, ho ascoltato questi pochi versi dentro una canzoncina melodica ed allegra stile anni ’80.
A dire il vero, era un motivetto che avevo ascoltato più volte negli anni addietro (trattasi del brano ‘’Chiara‘’ di Alessandro Marra), ma soltanto adesso questi versi apparentemente semplici, sono riusciti a passare attraverso il fascio di una maggiore consapevolezza.
‘’Come posso amarti, col mio niente da offrirti’’?
Forse anni fa mi sembrava il melanconico piagnisteo di un amante rinunciatario, adesso invece in questa domanda ho colto un senso straordinariamente profondo.
Specie considerando quel ‘’niente’’ come uno stato di indigenza non tanto materiale, ma emotiva.
E’ possibile amare, dare qualcosa agli altri, senza avere noi per primo uno stato interiore ed emotivo di abbondanza?
Spesso, nella nostra società, chi è impegnato a lavorare su se stesso, a migliorarsi e ad autoaffermarsi, viene percepito con diffidenza, come se fosse una persona individualista o addirittura egoista e poco centrata sugli altri.
Eppure, se volessimo identificare come uno degli scopi più nobili dell’esistenza quello di dare al nostro prossimo e di contribuire, viene da domandarsi come sia possibile assecondare questo intento senza essere noi per primi in uno stato di abbondanza.
Mi viene in mente la storia di un senzatetto che, intento a mendicare, allunga ai passanti il suo piattino con la speranza di ricevere qualche moneta: un passante si muove a compassione, si ferma davanti al pover’uomo e si fruga nelle tasche, ma seppur mosso dalle migliori intenzioni, si accorge che in tasca non ha nemmeno una moneta.
Per poter dare, dobbiamo prima avere.
Gesù diceva: ‘’Ama te stesso’’; e se immagino una persona sempre gentile e disponibile con gli altri, che però è cattiva e violenta verso se stessa, ad esempio drogandosi o ubriacandosi tutti i giorni, mi viene da pensare che quella persona non sappia offrire vero amore e condivisione, la sua bontà e gentilezza sarebbero irreali come illusioni.
Allo stesso modo, chi si prende molta cura di sé, regalandosi viaggi, cibi raffinati, letture elevate e coccolandosi in altri modi, ma è violento con i suoi familiari o con gli altri in genere, non sarà in grado di concedersi vero amore.
Insomma, credo che su un piano più alto, quello delle energie cosmiche e di un’intelligenza superiore che governa tutto, ogni cosa ed ogni persona sia profondamente collegata, parte di un tutto più grande.
Vorrei concludere la mia riflessione con questo passo tratto dall’’’Arte della guerra’’ di Sun-Tzu:
‘’Un poeta, guardando questa pagina si accorge subito che dentro c’è una nuvola. Senza nuvola non c’è pioggia, senza pioggia gli alberi non crescono, senza gli alberi non possiamo fare la carta. La nuvola è necessaria all’esistenza della carta; se c’è questo foglio di carta è perché c’è anche la nuvola. Possiamo dunque dire che nuvola e carta inter-sono. Guardando più in profondità questa pagina vedremo anche brillare la luce del sole. Senza la luce del sole le foreste non crescono. Niente cresce in assenza della luce solare, nemmeno noi. Ecco perché in questo foglio di carta splende il sole. La carta e la luce del sole inter-sono, e così via’’.