Anche se da diversi anni il Natale mi piace un pò meno, per la deriva consumistica ed ipocrita che ai miei occhi ha sempre più assunto, in questo 25 Dicembre voglio scrivere una riflessione sulla figura di Babbo Natale, la cui simbologia mi ha sempre ispirato delle suggestive associazioni.
Quando ero piccolo, come la maggior parte dei bambini che hanno la fortuna di avere una famiglia, aspettavo con trepidazione la notte del 24 nell’attesa che Babbo Natale si intrufolasse tramite qualche pertugio della casa, per scaricare montagne di pacchi sotto l’albero colorato di addobbi.
Oggi quell’albero ancora c’è, nella stessa mattonella della stessa casa, e ciò è motivo per me di nutrire gratitudine verso la vita, che mi ha concesso il dono di potermi stringere ancora una volta agli affetti più cari, e di poter rivivere lo stesso incanto negli occhi brillanti del mio nipotino.
La figura di Babbo Natale mi ha ispirato anche da ragazzo maturo, quando un po’ prima dei trenta ho iniziato un lavoro di arricchimento e sviluppo personale.
In quel momento, il vecchio e paffutello protettore dei bimbi, mi parve anche una potente metafora del cambiamento e del potere di autodeterminazione, anche se la trapunta del suo cappotto colorato di rosso mi parve celare il segreto di un losco inganno.
Voglio dire: quando un bambino ha pochi anni, i genitori gli insegnano che la notte di Natale arriverà questo buffo signore con barba, baffi ed occhiali, e riempirà la casa di doni.
Ma c’è un grosso ma: ciò avverrà soltanto se il bambino ‘’è stato bravo’’.
I genitori sono figure credibili per lui, sono le sue massime autorità, e lui crederà ciecamente a questa favola.
Immaginate se qualcuno dicesse a quel bambino, che il prossimo Natale il Babbo mitologico non avrà possibilità di fare il solito viaggio, perché è stato travolto dal caro prezzi, e non è riuscito a pagare l’assicurazione della slitta o a fare la convergenza alle renne.
Prima di tutto non capirebbe, e poi resterebbe tremendamente deluso.
Poi prendiamo quel bambino tra qualche anno: non avrà più bisogno di alcun motivo, per credere che Babbo Natale non esista.
Tramite il lento formarsi di una coscienza (più che la Rivelazione di un istante), fondata su nuove prove, indizi, riferimenti, ha aperto un suo processo mentale che ha barbaramente trucidato il povero Santa Claus.
Il succo del discorso è questo:
E questo può valere anche per i cambiamenti di credenza e di sentire più complessi.
E qui vengo all’aspetto ingannevole della liturgia natalizia, all’’’essere stato bravo’’.
Il messaggio sotteso è la negazione dell’amore incondizionato, è l’ancoraggio dell’affetto e delle attenzioni ad una qualche forma di condotta o prestazione.
Se un bambino introietta fino in fondo quel messaggio, non crederà più a Babbo Natale, ma potrebbe continuare a credere di meritare di ricevere amore soltanto se sarà stato bravo, mentre verrà rifiutato se mostrerà qualche parte meno ‘’buona’’ di sé e non asseconderà le aspettative degli altri.
La soluzione all’enigma natalizio, a mio modesto avviso, è una soltanto:
Lui non è mai buono o cattivo, semplicemente è, un essere unico ed inimitabile che merita sempre di essere amato.
Il suo essere non deve mai venire messo in discussione.
L’unico aspetto che può essere messo in discussione è il comportamento, ma il comportamento non identifica lui come essere umano, delle cattive azioni non possono renderlo una persona interamente cattiva, così come se si comporta bene, ciò non vuol dire che egli sia migliore e valga di più.
C’è un potere magico nel linguaggio e nel modo in cui si comunica, ed i bambini sono in grado di assorbirlo in modo stupefacente.
Se io fossi il genitore di quel bambino che attende con ansia l’arrivo del vecchio vestito di rosso, gli direi:
‘’Babbo Natale verrà, se ti sei comportato bene.
Questa è una pura convenzione, come che dopo la Domenica venga il Lunedì, e vale solo per Babbo Natale, ma non per noi.
Perché, come ti sei comportato, non sei tu.
Se ti comporti bene, non vali di più.
Se ti comporti male, non vali di meno.
Tu vali sempre, e meriti sempre di essere amato’’.