C’era una volta un giovane di nome Elias, che viveva in un piccolo villaggio ai margini di un bosco chiamato Smeraldo. Elias non era felice, e non sapeva perché. Aveva un lavoro sicuro, una casa accogliente e amici sinceri, ma nel suo cuore c’era sempre una sensazione di vuoto. Ogni notte, guardava la luna e mormorava: “La felicità deve essere là fuori, oltre questo bosco. La troverò e la porterò con me.”
Una sera, mentre si aggirava inquieto tra i campi, un gufo dalle piume argentate gli si avvicinò e gli parlò con voce grave:
“Se cerchi la felicità, vai nel cuore del Bosco di Smeraldo. Ma ricorda: ciò che troverai dipenderà da ciò che porti dentro di te.”
Elias non capì il significato di quelle parole, ma decise di partire. Con sé portò un sacco di pelle per raccogliere la felicità, convinto che fosse qualcosa di concreto e tangibile. Al primo chiarore dell’alba, si addentrò nel bosco.
Il Bosco di Smeraldo era un luogo intriso di mistero. Gli alberi erano altissimi, con foglie che brillavano come gioielli sotto il sole filtrato. Non appena entrò, un cerbiatto dagli occhi profondi lo raggiunse.
“Perché sei qui, viandante?” chiese il cerbiatto.
“Sto cercando la felicità,” rispose Elias.
“Non la troverai correndo,” rispose l’animale. “Segui il sentiero, ma cammina piano, o non vedrai ciò che importa.“
Elias non badò al consiglio. Accelerò il passo, deciso a trovare il suo tesoro. Camminava così in fretta che non notò il ruscello cristallino che scorreva accanto, né i fiori rari che sbocciavano lungo il cammino. Era troppo concentrato sul futuro per vedere il presente.
Dopo ore di cammino, incontrò una volpe dal pelo dorato che lo osservava con occhi saggi.
“Che cosa hai trovato finora?” chiese la volpe.
“Niente,” rispose Elias, frustrato. “Forse la felicità è più avanti.”
“Se cerchi solo avanti, non troverai mai niente,” disse la volpe. “La felicità non è un oggetto da raccogliere, ma uno specchio: riflette ciò che porti dentro di te.”
Elias si innervosì. Come poteva trovare qualcosa che non sapeva neanche cosa fosse? Ignorò la volpe e proseguì, addentrandosi sempre più nel cuore del bosco. Più camminava, più il bosco sembrava stringersi attorno a lui. Gli alberi diventavano più alti, le ombre più scure, e un silenzio inquietante lo avvolse.
Infine, arrivò a una radura illuminata da una luce verde e misteriosa. Al centro c’era un’antica fontana di pietra, coperta di muschio. Sull’acqua scintillante era scritto: “Chiedi e la verità ti sarà rivelata.”
Elias si avvicinò e guardò nell’acqua. Vide il suo riflesso, ma sembrava diverso: aveva il volto tirato e gli occhi colmi di frustrazione. Non c’era alcuna felicità da trovare lì.
Allora gridò: “Dove sei, felicità? Ho attraversato il bosco per trovarti, e non c’è niente qui!“
L’acqua tremò, e una voce profonda si levò dalla fontana:
“La felicità non si trova rincorrendola. È già dentro di te, nascosta tra le cose che hai ignorato: il ruscello che non hai ascoltato, i fiori che non hai guardato, il cerbiatto e la volpe che hai sottovalutato. La felicità è nell’attendere e nel vedere ciò che hai, non nel cercare ciò che non hai.”
Elias si inginocchiò, incredulo. Realizzò di aver attraversato un bosco pieno di meraviglie senza mai fermarsi ad apprezzarle, troppo intento a inseguire un’idea lontana. Si rese conto che il vuoto che sentiva non era altro che il frutto del suo continuo correre verso ciò che pensava gli mancasse, dimenticando ciò che aveva già.
Tornò indietro lentamente, con il cuore più leggero. Questa volta, si fermò al ruscello e bevve l’acqua fresca. Ammirò i fiori colorati e sorrise al cerbiatto e alla volpe, ringraziandoli per i loro insegnamenti. Quando uscì dal Bosco di Smeraldo, il villaggio gli sembrò diverso: non era cambiato il villaggio, ma era cambiato lui. Il cielo, la sua casa, i volti delle persone che conosceva gli apparivano ora come tesori preziosi.
E da quel giorno, Elias non cercò più la felicità nei luoghi lontani o nei desideri futuri. Scoprì che la felicità era nel viaggio, non nella meta, e nel saper attendere con gratitudine ciò che la vita già gli offriva.