Anche oggi, come un anno fa, mi trovo la mattina del 31 a riflettere su cosa è stato quest’anno che si sta chiudendo, ed anziché farlo in maniera logica e discorsiva, vorrei evocare alcune immagini che affiorano nella mia mente, come istantanee che sgocciolano colori ancora vivi dal laboratorio della memoria.
Il 2023 è iniziato in modo inusuale, sorprendente per me: una colazione al bar alle nove e trenta del mattino, mezza città era ancora addormentata, ed un’intera giornata immersa nella riflessione e nella scrittura.
Non mi era mai capitato di trascorrere così la giornata del Capodanno, ma sentivo in me la scintilla creativa e la fresca determinazione di mettere pensieri ed emozioni nero su bianco.
Il 2023 ha avuto un epilogo incredibile per me, perché proprio pochi giorni fa ho avuto la notizia che l’iter di selezione professionale in cui ero coinvolto ha avuto esito positivo: dal 1° Gennaio 2024, ossia da domani, avrò un ruolo più stabile e gratificante all’interno dell’azienda che ho scelto come compagna di vita!
Ancora una volta, il ‘’24’’ soffia con aria avvolgente l’entusiasmante vento del cambiamento.
La scintilla creativa del Capodanno sarebbe tornata a trovarmi abbastanza presto, in una notte d’estate.
Una notte afosa, in cui non riuscivo a dormire, e mi rotolavo nel letto mosso da una strana agitazione; è in quel momento che concepì l’idea, dentro me, di scrivere un libro, non un libro qualunque, ma il romanzo della mia vita.
Ho passato un’intera estate scrivendo e scrivendo pagine appassionate, tanta e tale era l’immedesimazione che provavo in quei momenti con alcuni frammenti della mia storia, che puntualmente, la notte, certe immagini e ricordi tornavano a farmi visita in sogno.
Dopo di che, ripresa la solita routine lavorativa e di vita in genere, quell’ardore creativo si è un po’ spento, e le 157 pagine che ho scritto e poi brutalmente interrotto, acclamano a gran voce il loro demiurgo, per darle la forma in cui avevano immaginato di potersi un giorno immortalare.
Visto che ogni nuovo anno che si rispetti non può far mancare i suoi buoni propositi, riprendere e completare il mio romanzo è certamente uno di questi.
Non bisogna far spegnere gli incendi, ma nemmeno alimentarli troppo.
A metà Ottobre, quando le mie fiamme creative scoppiettavano un po’ debolmente come fuochi d’artificio a fine corsa, un incendio vero, divampato nel parco accanto casa, fu preludio ad un incontro speciale, premonito da un sogno che avevo fatto pochi giorni prima (e su cui ho scritto anche un articolo), in cui vedevo me intrappolato prima in un incendio, e poi spettatore a distanza.
Un incendio, un incontro, atteso e sognato da tempo, altre fiamme divampano, danzando davanti ad un gioco di specchi di fronte al quale, forse, due anime ancora in ostaggio di antichi retaggi, si spaventano, e chissà se lo spavento lascerà come unica traccia una cupa nuvola di oblio, e se l’incendio del parco finirà per inghiottire quei balocchi colorati dove due bambini adulti avevano scorazzato con felicità, guardandosi con estatica complicità dopo aver rubato un gioco.
Adesso resta il momento, il presente, fuori piove, probabilmente quella di oggi sarà una lunga giornata, e nottata, piovosa.
Forse lo sarà anche dentro, nel nuovo che come sempre è incerto, e nei ricordi in cui, in un unico abbraccio, si mescolano gioie e dolori.
Ma già adesso, dalla finestra si intravede qualche raggio di luce, come se il Sole stesse comunicando al mondo che bisogna avere sempre fiducia in qualcosa di più grande di noi, nel ciclo delle stagioni, negli inverni e nelle estati dell’anima.